Filed under:pensiamoci
Il tempo è vita. È prezioso, molto prezioso!
IL MIO SACCHETTO DI CARAMELLE
“Ho contato i miei anni ed ho scoperto, che ho meno tempo da vivere da qui in avanti di quanto non ne abbia già vissuto finora.
Come scriveva il grande musicologo brasiliano de Andrade, mi sento come quel bambino che ha vinto una confezione di caramelle e le prime le ha mangiate velocemente, ma quando si è accorto che ne rimanevano poche ha iniziato ad assaporarle con calma e a gustarle profondamente.
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30 novembre 2016
L’attenzione come atto creativo
I pericoli della coppia (e non solo)
IL FRASTUONO CHE AMMALA
La nostra società è caratterizzata da un rumore di fondo assordante. Non è solo acustico.
È un bombardamento continuo di stimoli che riguarda tutti i sensi e condiziona lo stile di vita.
È un frastuono disorientante che ipnotizza, stordisce, angoscia e plagia.
Ci allontana dal nostro “centro”, ci toglie libertà e salute.
FUTILITÀ ASSORDANTE
Il risultato di ciò è la ricerca affannosa di cose futili che diventano importanti. Entrano subdolamente strisciando (altro…)
27 novembre 2016
Diventare ciò che si è
www.studiomedicopsicologicosanremo.it
Dietro ogni malattia c’è il divieto di fare qualcosa che desideriamo oppure l’ordine di fare qualcosa che non desideriamo.
Ogni cura esige la disobbedienza a questo divieto o a quest’ordine.
E per disobbedire è necessario abbandonare la paura infantile di non essere amati; vale a dire di essere abbandonati. (altro…)
6 novembre 2016
Ogni persona che incontri sta combattendo una battaglia di cui non sai niente. Sii gentile. Sempre
24 agosto 2015

Genitori che continuate a giustificare sempre i vostri figli, preparatevi ad una vita di dolore e sofferenza: l’avrete! Negli anni ’80, la polizia di Seattle (USA) distribuì nelle scuole ad uso dei genitori una sorta di prontuario educativo che elencava una serie di comportamenti che avrebbero reso i ragazzi dei delinquenti modello. Nonostante siano trascorsi trent’anni da allora, questo documento è sorprendentemente attuale. Ve lo voglio riproporre per una riflessione.
Dall’infanzia concedetegli tutto quanto vuole: crescerà pensando che il mondo gli debba tutto.
Se dice parole sconce, sboccate, ridete: si crederà furbo. (altro…)
28 maggio 2015
E’ uscito oggi un interessante articolo di Giuseppe Montesano in occasione della pubblicazione in Italia di un inedito di Verlaine, personaggio ricco di contraddizioni “maledetto”, violento, reazionario, ma poeta sublime, discreto, dolce e musicale. In questo articolo Montesano si chiede se siano state le dispute politiche a separare gli amanti e poeti Paul Verlaine e Arthur Rimbaud. Verlaine chiamava l’adorato Rimbaud il suo “micetto biondo”, gli scriveva cose come: «ancora indegno striscio verso di te, montami sopra e calpestami…», si era fatto trafiggere il polso con un coltello da Arthur, aveva scritto con lui poesie oscene irriferibili, e, per mantenere il ragazzo dagli occhi azzurri che si rifiutava categoricamente di lavorare, il lussurioso Paul aveva costretto sua madre a dissipare in pochi anni qualcosa come settantamila euro di oggi: un amore così poteva finire (altro…)
3 aprile 2013
ho letto questa mattina su “pubblico” un’intervista bellissima ad Aldo Busi, delicata, accorata, tragica che si potrebbe riassumere con questa frase sublime «Non ci vuole poi molto a essere dei bravi pedagoghi: invece di strappare i suoni che vuoi tu con il rischio di avere in risposta le urla sincopate di una persona in gabbia, resti in ascolto dell’umanità per come è ed è fatta»Lo scrittore: «Sono i parlamentari che si dovrebbero impiccare nella tromba delle scale, e invece lo fanno i ragazzini di 15 anni»
«Voglio dare un nome e un volto a quel ragazzo che metteva lo smalto «Sento la sua solitudine, sento i suoi passi a distanza». E poi Aldo Busi si commuove. Il dolore e lo sgomento dell’intellettuale più irriverente d’Italia è forte e si condensa in poche parole sussurrate. Parole che vorrebbe urlare al mondo come ha sempre fatto, ma che in questa occasione risultano accorate e dolci, come farebbe un padre o una madre che piangono il proprio figlio, un maestro di vita che piange un discepolo prediletto. (altro…)
23 novembre 2012
ho letto un articolo di michele serra (l’amaca del 26/08 di repubblica) che esprime in modo sintetico e chiaro il senso una riflessione che condivido e propongo.
Dalle molte inchieste sugli incendi che devastano il Paese esce un dato statistico implacabile, e veramente impressionante. Esistono i piromani, non esistono le piromani. Dare fuoco a un bosco, a un campo, a un pezzo di mondo, e calcinarlo così da renderlo sterile per molti anni, è una prerogativa esclusivamente maschile. Le donne in genere commettono molti meno reati degli uomini, pur essendo la metà abbondante del genere umano. Possono macchiarsi di crimini anche efferati (per esempio uccidere, anche se non serialmente). (altro…)
27 agosto 2012
“Per quanto mi concerne, io credo che il pentimento sia una forma molto sana di approfondimento psicologico. Credo che nella vita ci si debba pentire.Nessuno nasce e muore nello stesso modo. Mi fanno impressione le persone che non si pentono mai perché hanno delle convinzioni fortissime e possono essere pericolose e prevaricatrici. Chi sa pentirsi, invece, ha un animo più largo e disponibile alle cose inaspettate. È bello cambiare atteggiamento nei confronti del reale, degli altri e a volte anche cambiare opinione. Se, per esempio, domani sentissi la necessità, l’impulso, la forza di parlare dei gerani del mio giardino, che sono creature viventi e meritano la nostra attenzione, lo farei molto volentieri.”
“Pereira nel mio romanzo sta cambiando pelle. La sua crisi in termini psicanalitici è semplicemente l’elaborazione di un lutto: quello del suo passato. Egli si pente della propria vita perché si accorge di non essersi mai proiettato verso il futuro. Questo, evidentemente, produce in lui rimorso e rimpianto. E cioè saudade: nostalgia per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato”
da Parola d’autore di Michele Trecca (Argo 1995)
Tra vent’anni non sarete delusi delle cose che avrete fatto, ma di quelle che non avrete fatto. Mark Twain
26 marzo 2012
Vi propongo un articolo che dovrebbe fare pensare a come un certo tipo di turismo sia irrispettoso, volgare, voyeristico e pseudoculturale.
«Ci sono diversi tipi di turisti, ma quelli che prima di tutto pensano alle foto sensazionali da mostrare agli amici sono il 40 per cento. Sono i più difficili e spesso pericolosi». Così la pensa Juergen Polte, tour operator tedesco che da vent’anni viaggia in India e in tutta l’Asia ad accompagnare gruppi e singoli in cerca di esotico, o di avventura, su terreni poco battuti dal turismo di massa. Lei sa che i due italiani rapiti sono sospettati di aver fotografato delle donne che si bagnavano al fiume? «Sì, ma non posso credere che sia questa la ragione del sequestro. Uno di loro è una guida che conosce bene quelle zone, conosce e rispetta le regole. (altro…)
20 marzo 2012
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