L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
29 gennaio 2011
La visione di Isaia era concentrata su un grido
che giungeva alle sue orecchie,
proveniente dalla “terra dell’illegalità”
“Sentinella, a che punto è la notte? Sentinella, a che punto è la notte?”
La sentinella risponde: “Vien la mattina, e vien anche la notte. Se volete interrogare, interrogate pure; tornate un’altra volta”.
Ascoltiamo la risposta delle sentinelle (Isaia 21:12): “Viene la mattina, e viene anche la notte. Se volete interrogare, interrogate pure”. Ciò che stanno dicendo è: “Per quelli che tornano e si pentono, sta per arrivare un nuovo giorno, ma per quelli che vivono nel terreno dell’illegalità, legati dallo spirito di Esaù, con le loro concupiscenze ed il male, non c’è altro che la notte!”
24 gennaio 2011